Forte d’Autore 2023 a Forte Pozzacchio – Werk Valmorbia

“Forte d’autore” è la prima rassegna dedicata agli autori che si svolgerà presso gli spazi di Forte Pozzacchio – Werk Valmorbia nei sabato pomeriggio del mese di luglio 2023.

Forte Pozzacchio – Werk Valmorbia è un luogo che con la scrittura ha molto a che vedere, proprio su una parete campeggia una targa ricordo che recita le seguenti parole:

Valmorbia, discorrevano il tuo fondo
fioriti nuvoli di piante agli àsoli.
Nasceva in noi, volti dal cieco caso,
oblio del mondo.
Tacevano gli spari, nel grembo solitario
non dava suono che il Leno roco.
Sbocciava un razzo su lo stelo, fioco
lacrimava nell’aria.
Le notti chiare erano tutte un’alba
e portavano volpi alla mia grotta.
Valmorbia, un nome ,-  e ora nella scialba
memoria, terra dove non annotta.

Ossi di seppia (1925)

Si tratta di una poesia scritta da Eugenio Montale, uno dei grandi poeti italiani del ‘900 che proprio a Valmorbia e nella Vallarsa, durante il primo conflitto mondiale, ha combattuto tra le fila dell’esercito italiano. Valmorbia è il paese che sorge ai piedi di Forte Pozzacchio (da cui il nome tedesco di Werk Valmorbia), un passato doloroso sì, ma impresso nelle pagine della letteratura.
Partendo da qui, abbiamo voluto ricreare questa connessione con la parola e con gli autori ed è nata l’idea di questa piccola rassegna in cui ospiteremo alcuni tra gli autori più famosi nel panorama nazionale.
I temi che i nostri ospiti andranno a toccare saranno tra i più disparati e interessanti, alcuni anche di attualità stringente, con l’obiettivo unico di incontrarci e parlare sotto al forte insieme agli autori.

Il calendario e gli autori

Qui di seguito i vari appuntamenti previsti per i sabato di luglio 2023 e la presentazione delle opere e degli autori che parteciperanno alla rassegna.

8 luglio 2023, ore 16.00
Mattia Signorini – Una piccola pace (Feltrinelli)

Nel 1933, poco dopo l’ascesa al potere di Hitler, un padre si mette in viaggio con il figlio, spinto dal desiderio di tornare nei luoghi delle Fiandre che hanno segnato la sua vita. Solo una volta giunto a Ypres, l’ex soldato tedesco è in grado di ripercorrere una storia che, nonostante l’atrocità della guerra, somiglia a una favola a cui bisogna semplicemente affidarsi.
Al centro c’è la figura del fuciliere inglese William Turner, orfano di madre, che si è arruolato a inizio dicembre del 1914 con la convinzione che il suo servizio volontario abbia lo scopo di salvare vite, contribuendo a far cessare il conflitto entro poche settimane. La realtà riduce queste illusioni a brandelli, ma, pur stanco di combattere, William Turner si ostina a tenere fede al suo proposito. Sorretto da un coraggio del tutto diverso dall’eroismo, trova al fronte l’amicizia e incontra persino l’amore.
Un romanzo potente e commovente, ispirato alla storia vera di due ragazzi che da soli hanno fermato la guerra. Due soldati semplici che su fronti opposti diedero vita alla Tregua di Natale del 1914 fra le truppe inglesi e quelle tedesche, durante la quale i soldati lasciarono le trincee nemiche per festeggiare insieme nella terra di nessuno, riconoscendo gli uni agli altri la comune umanità. Una piccola pace dentro l’orrore della Grande Guerra.
Con l’empatia e la delicatezza di chi ha fiducia nei piccoli uomini capaci di grandi gesti, Mattia Signorini ci consegna una narrazione antica come una fiaba, quasi fuori dal tempo, eppure, proprio oggi, sorprendentemente attuale.

Mattia Signorini (Badia Polesine, 1980) ha pubblicato i romanzi Lontano da ogni cosa (Salani, 2007), La sinfonia del tempo breve (Salani, 2009; Premio Tropea), Ora (Marsilio 2013; finalista al Premio Stresa) e Le fragili attese (Marsilio, 2015). È tradotto in Francia, Germania, Spagna, Israele e Sud America. Per Feltrinelli ha pubblicato Stelle minori (2019).

15 luglio 2023, ore 16.00
Marcello Dòmini – Di guerra e di noi (Marsilio)

Di guerra e di noi è la storia di due fratelli e copre l’arco di due guerre mondiali, correndo a perdifiato dal 1917 al 1945; comincia nelle campagne intorno a Bologna, e da lì non si sposta. Quando il marito non torna dalla Prima guerra mondiale, la madre dei due, ormai sola, è costretta a separarli. Il più grande, di nome Ricciotti, va a studiare in collegio a Bologna. Il più piccolo, Candido, rimane al mulino. Il collegio di Ricciotti è una scuola da ricchi, e la vita di Candido al mulino è una vita da poveri. Finiti gli anni avventurosi e duri del collegio, Ricciotti sarà segnalato per andare a lavorare nella neonata sede del Fascio di combattimento bolognese, dove incontrerà Leandro Arpinati, che diventerà suo mentore e amico. Candido resterà invece a lavorare nelle campagne frequentando sempre più quegli uomini e quelle donne che, col passare degli anni, andranno a formare le bande partigiane. Ricciotti però non è fascista, e Candido, d’altra parte, non è più di tanto interessato alla politica. Pensano entrambi a mandare avanti la famiglia, a proteggere la madre e i braccianti, pensano a correre dietro alle ragazze – donne avvolte di colori, nonostante partecipino e soffrano la guerra quanto gli uomini –, pensano a innamorarsi e poi sposarsi, e soprattutto a comportarsi bene quando molti intorno a loro, a causa della guerra, si comportano male. Come per Oskar Schindler, tuttavia, la grande occasione per trasformare la loro azienda agricola in un progetto onesto ma più ambizioso sarà proprio la guerra. Raccontando gli anni del fascismo con un’epopea dove le storie dei personaggi – mai del tutto innocenti, mai del tutto colpevoli – dialogano magistralmente con la grande Storia, Marcello Dòmini segue le peripezie dei due fratelli Chiusoli lungo ventotto anni, e lo fa con una voce profonda, potente e in fondo scanzonata, perché è sempre la giovinezza a partire perla guerra. Il grande romanzo popolare di uno scrittore al suo esordio.

Marcello Dòmini (Bologna, 1965) è medico-chirurgo e professore associato di chirurgia pediatrica all’Università di Bologna. Per Marsilio, oltre a Boom!, nel 2020 ha pubblicato il romanzo Di guerra e di noi, aggiudicandosi il premio John Fante Opera Prima 2021, il premio Massarosa 2020 e il premio Raffaele Artese-Città di San Salvo 2020, e arrivando finalista al premio Manzoni 2020 e al premio Acqui Storia 2020.

22 luglio 2023, ore 16.00
EVENTO ANNULLATO
-> Nuova data: 9 settembre 2023
Alessandro Paolucci – Storia stupefacente della filosofia (Il Saggiatore)

Che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? La cultura istituzionale, i ritratti fatti da artisti e biografie ufficiali, i professori a scuola e in università ce li hanno sempre presentati come pedanti uomini dalla lunga barba bianca, impegnati a sondare i meandri dell’Essere tra tomi polverosi e attività noiose. Ma se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di Platone è il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il Superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo Nietzsche e che alcuni dei testi più importanti di Sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? In fondo, la via per raggiungere la verità spesso è fatta di deviazioni stravaganti. 
Alessandro Paolucci ci conduce in un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti: dagli esperimenti con l’hashish di Walter Benjamin a quelli con la cocaina di Sigmund Freud, dalla probabile tossicodipendenza dell’imperatore filosofo Marco Aurelio all’Lsd che Ernst Jünger assumeva insieme all’amico Albert Hofmann. Paolucci scrive una vera e propria contronarrazione psicotropa del pensiero occidentale, muovendosi tra le epoche e i continenti, tra le cerimonie dei Misteri Eleusini cui ebbe probabilmente accesso Platone – durante le quali i partecipanti andavano in trance sorseggiando il misterioso ciceone – e l’Hotel della Posta di Rapallo nelle cui stanze Friedrich Nietzsche curava la sua emicrania stordendosi di oppiacei, fino a raggiungere il deserto della Death Valley teatro dei trip del visiting professor Michel Foucault. 
Storia stupefacente della filosofia è nel contempo un compendio di idee rivoluzionarie e un’accurata ricostruzione biografica del lato più umano della speculazione teorica. Il racconto delle avventure (e disavventure) lisergiche che le più eccelse menti di tutti i tempi hanno affrontato mentre si spingevano oltre le colonne d’Ercole dell’immaginario con ogni mezzo e a ogni costo; compresa la repentina fuga dall’allucinazione di un’aragosta gigante. 

Alessandro Paolucci (Foligno, 1981) lavora nell’ambito della comunicazione digitale. È l’ideatore dell’account @Dio, seguito da centinaia di migliaia di persone tra Twitter, Facebook e Instagram.

29 luglio 2023, ore 16.00
Luca Romano – L’avvocato dell’atomo (Fazi Editore)

Una delle poche cose su cui pressoché tutti gli italiani, di qualunque schieramento politico, sembrano essere d’accordo è che l’energia nucleare è una cosa brutta. Le accuse sono note a tutti: il nucleare è pericoloso, costoso, lento da implementare, produce scorie radioattive e comunque non ci serve. Ma l’accusa è solo una parte del processo: se si vuole formulare un giudizio equo, occorre ascoltare anche l’altra campana. L’Avvocato dell’Atomo – dal nome delle popolarissime pagine social dell’autore, che hanno riportato il tema del nucleare nel dibattito pubblico – è un progetto che nasce proprio con lo scopo di fornire la giusta difesa a una fonte energetica troppo spesso bistrattata dai media, soprattutto in Italia: in questo testo, ricco di riferimenti scientifici, le principali accuse al nucleare (la maggior parte delle quali, come si vedrà, sono vere e proprie fake news) vengono dissezionate e analizzate una per una, fornendo al lettore gli strumenti per farsi un’opinione basata sui dati e sui numeri. Qualche anticipazione? Le scorie nucleari sono riciclabili, il nucleare è tra le fonti energetiche più sicure e il prezzo dell’energia ha ben poco a che vedere col costo di produzione della stessa. Ma soprattutto, senza il nucleare (l’energia più green di tutte!) sarà pressoché impossibile porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili in tempi utili: un obiettivo ormai imprescindibile non solo per ragioni ecologiche ma anche geopolitiche, come il conflitto ucraino ha reso drammaticamente evidente. Al termine della lettura, se non sarete diventati favorevoli al nucleare, quantomeno non vi sembrerà più tanto ostile.
Sapevi che il disastro nucleare di Fukushima non ha causato alcuna vittima?
E che le compagnie petrolifere per decenni hanno fatto di tutto per tenere nascosti i benefici dell’energia nucleare?
Sapevi che le scorie nucleari prodotte in un secolo da tutta l’umanità potrebbero stare in una singola nave e che l’uranio si può estrarre dall’acqua marina?
Che l’Italia negli anni Sessanta è stata la terza potenza nucleare mondiale, davanti a Francia e Unione Sovietica?
E che oggi il nucleare rappresenta uno strumento indispensabile per liberarci dei combustibili fossili?

Dalla mente dietro i profili social di divulgazione sul nucleare più seguiti al mondo, il libro che smonta una volta per tutte decenni di fake news sull’energia blu.

Luca Romano nasce a Torino nel 1988, si diploma allo storico liceo scientifico Galileo Ferraris e successivamente si laurea in Fisica (curriculum Astrofisica e Fisica teorica) presso l’Università di Torino. Consegue poi un master in Giornalismo scientifico e Comunicazione della Scienza presso lo IUSS di Ferrara e un diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Cuneo. Ha aperto la pagina Facebook “L’Avvocato dell’Atomo” il 6 aprile 2020, durante il primo lockdown: da allora il nucleare è diventato per lui un secondo lavoro.

Come partecipare?

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero.
Gli incontri saranno moderati da Paolo Mantovan, direttore de “Il Trentino”.
In caso di maltempo l’incontro con l’autore verrà realizzato presso l’Auditorium Comunale di Trambileno (TN) – Frazione Moscheri.

La rassegna è realizzata in collaborazione e con il contributo del Comune di Trambileno – Assessorato alla Cultura.
Con la collaborazione de “Il Trentino”
Da un’idea di Raffineria Creativa SRLS DMC

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